Il Capanno
Il Capanno Garibaldi ( o del Pontaccio) è stato costruito nel 1810 da Don Giuseppe Roncuzzi, detto Don Masone, che lo adibiva a ricovero durante la caccia. Nel 1818 il capanno Garibaldi (chiamato del Pontaccio), passò in eredità al fratello Don Mariano Roncuzzi che, non essendo cacciatore, lo cedette ai fratelli Camerani. Questi il 1° settembre 1834, lo cedettero ai signori Domenico Guarini, Fabio Urbini e Francesco Grilli. Dopo pochi giorni il capanno bruciò e per ricostruirlo furono associati altri tre cacciatori, tali Alessandro Fabbri, Giovanni Santucci e Michele Galvani.
Il 13 aprile e il 13 maggio 1843 la parte del Grilli e quella del Galvani furono vendute all’Ing. Paolo della Scala e al Conte Curzio Rasponi del Sale. Il 20 agosto 1867 fu acquistato per intero, per il prezzo di lire 150, dalla Società dell’Unione Democratica per conservarlo quale memoria storica. Curzio Rasponi rinunciò alla sua quota del prezzo. Scioltasi l’Unione nel 1874, alcuni soci di essa ed altri patrioti romagnoli costituirono nel 1879, per iniziativa di Primo Uccellini, la Società Conservatrice del Capanno Garibaldi, il cui primo statuto fu approvato il 21 ottobre 1882.
In esso si legge che «la Società si compone di 52 cittadini il cui numero non potrà aumentarsi. Cessando però di appartenervi qualcuno per morte o per altra causa verrà surrogato da altro cittadino onesto e liberale, preferibilmente i figli e fratelli dei soci defunti, i membri della Unione Democratica e coloro che avevano prestato il braccio alla causa della Patria e della Libertà». Questa norma con la quale si assicura la continuità ideologica del sodalizio è tuttora in vigore.
Nella notte dal 3 al 4 novembre un incendio arrecò gravissimi danni al Capanno che la Società Conservatrice fece ripristinare utilizzando i resti e ricostruendo fedelmente le parti distrutte, volendo che restasse quale monumento a ricordo dei fatti del ’49 e quale omaggio all’Eroe e agli Uomini che cooperarono al Risorgimento d’Italia ed anche come testimonianza di fedeltà ai loro ideali.
Minacciato da invasione delle acque e ridotto in precarie condizioni dalle ingiurie del tempo, il Capanno, nell’anno 1972, è stato materialmente sollevato dal vecchio livello di circa m. 1,25 ed è stato protetto mediante riporto di terreno a rincalzo.
Il capanno è composto da due ambienti. Nel locale maggiore del piano terra v’è il focolare e una scaletta in legno che porta al piano superiore formato da un solaio pure in legno. Il locale minore ha un lato di m. 4,15 e l’altro di m. 2,65 e serviva come ricovero per i battelli usati per la caccia in valle. Infatti si può notare come i muri di questa stanza si allarghino con entrambe le pareti rispetto alla stanza principale. Evidentemente i proprietari avevano valutato la lunghezza dei battelli, costruendo il capanno in questa strana forma allargata. Nel locale maggiore del piano terra v’è il focolare e una scaletta in legno che porta al piano superiore formato da un solaio pure in legno.
Ora è ricovero di attrezzi per la manutenzione. All’esterno sono murate quattro lapidi le cui iscrizioni sono riprodotte all’inizio di questa memoria illustrativa. All’interno sono conservati alcuni (1) (2) ricordi garibaldini.
Il Capanno è compreso nell’elenco degli edifici monumentali per la Provincia di Ravenna.
Il 2 giugno, anniversario della morte dell’Eroe, il Capanno Garibaldi è aperto al pubblico per l’annuale e tradizionale pellegrinaggio promosso dalla Società Conservatrice che, per la circostanza, pubblica un manifesto commemorativo. Il capanno Garibaldi è facilmente raggiungibile dei 9 centri balneari di Ravenna: Casalborsetti, Marina Romea, Porto Corsini, Marina di Ravenna, Punta Marina Terme, Lido Adriano, Lido di Dante, Lido di Classe e Lido di Savio.