Storia in pillole
Breve storia del Capanno Garibaldi
Don Giuseppe Roncuzzi , detto don Masone, fa costruire il capanno per la caccia.
Il capanno passa in eredità al fratello Mariano che, non usandolo, lo cede ai fratelli Camerani.
Il 1° settembre il capanno viene venduto ai signori Domenico Guarini, Fabio Urbini e Francesco Grilli.
Il 20 settembre il capanno venne incendiato. Per ricostruirlo vengono associati altri 3 cacciatori: Alessandro Fabbri, Giovanni Santucci e Michele Galvani.
Il 13 aprile Domenico Guarini vende la quota di Grilli a Paolo Dalla Scala e il 13 maggio 1845 Michele Galvani vende a Curzio Rasponi del Sale.
Il Capanno viene ricostruito con pareti di mattoni e calce. In precedenza era stato costruito con piante vallive, grossi rami di quercia, robusti pali di legno e intonacato con la creta.
La società dell’Unione Democratica il 20 agosto lo acquista per intero, al costo di 150 lire. Lo scopo è quello di conservarlo come memoria storica.
L’Unione Democratica si scioglie.
Alcuni soci dell’Unione ed altri patrioti romagnoli fondano la Società Conservatrice del Capanno Garibaldi.
Il 21 ottobre viene approvato il primo statuto della Società Conservatrice che prevede un numero fisso di 52 soci.
Nella notte del 3/4 novembre il Capanno viene incendiato. Grazie alle planimetrie e la direzione dell’Ing. Giovanni Baldini, la Società lo ricostruisce fedelmente, a ricordo della trafila garibaldina del 1849.
Per salvarlo dalle acque della Pialassa Baiona e dalla subsidenza del territorio ravennate, la Società Conservatrice lo fa sollevare dal livello originario di 125 cm. La Società provvede a sostituire il ponte di legno che conduce al capanno con altro in cemento, nel contempo lo allaccia all’acquedotto cittadino rendendolo meglio fruibile ai visitatori e scolaresche. Vengono piantati alcuni pini, olivelle e tamerici che oltre a dargli un aspetto più suggestivo ed accogliente, lo riparano dal vento e dal sole estivo.
Il Comune di Ravenna realizza una protezione sassosa per garantire l’integrità del terrapieno su cui poggia il capanno, minacciato dall’erosione dovuta al movimento dell’acqua e dalle maree
Il vialetto che conduce al capanno viene elevato di livello tramite il riporto di 65 cm di stabilizzato e rinforzato – in alcuni punti – con massi e con la piantumazione di nuove olivelle e tamerici.
Il Comune di Ravenna ha provveduto a sollevare il livello del ponte per sottrarlo dalle alte maree. Durante l’anno continua l’opera di rimboschimento del vialetto e piazzole. Lungo il vialetto di accesso al capanno viene deposta una lapide a ricordo della lotta partigiana.
La Società Conservatrice realizza il sito internet www.capannogaribaldi.it, con informazioni storiche e turistiche sul Capanno Garibaldi.
Viene rifatto il tetto con la canna raccolta nella valle del Bardello. Preziosa è stata la collaborazione con la direzione del museo delle Civiltà Palustri di Villanova di Bagnacavallo.
La società Conservatrice del Capanno Garibaldi ha una pagina su Facebook.
Nella notte del 5 febbraio viene invaso dalle acque della mareggiata eccezionale, senza subire senza danni. Il 30/10 un gruppo di soci e volontari, con massi e terreno di riporto derivante dal dragaggio della valle, ha alzato (sul versante nord), il cordone di protezione già realizzato nel 1981 dal comune.
Il Capanno Garibaldi da giugno 2020, ha un suo gruppo facebook. Il consiglio della Società Conservatrice si attiva per una manutenzione ordinaria del tetto in cannella del Capanno, ammalorato da recenti eventi meteorici eccezionali.