Nino Bonnet
Il padre, originario di Marsiglia, era giunto a Comacchio nel 1811 per occuparsi della direzione delle saline lagunari in occasione del loro ammodernamento in pieno periodo napoleonico. Acquisita una piccola proprietà terriera e nominato consigliere comunale nel 1839, Agostino Stefano si era infine inserito a pieno titolo nell’ambiente del notabilato locale politicizzatosi in senso radicale.
Dato il particolare contesto ambientale e familiare, non fu dunque un caso se Gioacchino, che in precedenza aveva aderito alla Giovane Italia, fra la fine del 1847 e l’inizio del 1848, si rivelò una delle personalità di punta del locale movimento risorgimentale.
La venuta a Comacchio dei lancieri di Masini per sollecitare gli arruolamenti volontari il 3 novembre 1848 e, concordato direttamente con il Bonnet a Ravenna, dello stesso Garibaldi il giorno 18 successivo, divenne subito un potente fattore di mobilitazione patriottica in città.
La sera stessa, avuta notizia dell’assassinio di Pellegrino Rossi, Masini e suoi lancieri si imbarcarono a Magnavacca. Insieme a loro partivano undici volontari comacchiesi, fra i quali due fratelli dello stesso Bonnet, Raimondo e Gaetano, quest’ultimo destinato a cadere in difesa di Roma l’anno successivo.
Dopo la Caduta della Repubblica Romana, la notte del 3 agosto 1849 le tredici imbarcazioni salpate da Cesenatico che trasportavano Garibaldi e i suoi in viaggio verso Venezia furono intercettate dalle navi austriache e il mattino seguente due bragozzi prendevano terra sulla costa, allora pressochè disabitata, tra Magnavacca e il Volano.
La maggior parte di loro si disperse nell’entroterra per essere poi catturata nei giorni seguenti dagli austriaci: non così Garibaldi, Anita e Giovan Battista Culiolo (Leggero), che furono messi in salvo da Bonnet, accorso sentiti i cannoneggiamente sul mare. Le vicende della “trafila garibaldina” segnalano una forte catena di sostegni e solidarietà popolare senza la quale il salvataggio di Garibaldi sarebbe stato obiettivamente irrealizzabile.
Partecipò a numerose campagne militari e per l’eroismo dimostrato in particolare a Milazzo e al Volturno nel 1860 ebbe la medaglia d’argento al valor militare e la promozione a tenente colonnello di stato maggiore.
Nino Bonnet, che sarà poi eletto sindaco della sua città natale nel 1877, morì a Magnavacca (dal 1919 Porto Garibaldi, in memoria) il 31 dicembre 1890.
La sua partecipazione al salvataggio di Garibaldi viene ricordata nel volume autografo Lo sbarco di Garibaldi a Magnavacca. Episodio storico del 1849.
da testo ripreso da www.ferraraterreeacque.it